giovedì 21 febbraio 2008
AIUTIAMO A COMBATTERE LA LEUCEMIA..

Andrea nasceva a Salerno il 26 Luglio del 1971, aveva intrapreso presto la strada dello sport, seguendo il fratello maggiore Candido in piscina per dedicarsi a nuoto e pallanuoto. Il calcio era un hobby, da coltivare nei mesi estivi. E fu appunto in una di quelle estati salernitane che venne visto all'opera, in un campetto di periferia, da Alberto Massa, tecnico e talent-scout, che lo convinse a seguirlo nella Giovane Salerno, squadra dilettantistica alla quale Andrea approdò a neppure tredici anni e che poi lo portò insieme ad altri giovanissimi talenti in giro per l' Italia, a fare provini per squadre di rango come Torino, Cesena, Empoli, Napoli, Como. E proprio a Como le doti di Andrea non sfuggirono al direttore sportivo Sandro Vitali e al tecnico della Primavera, Angelo Massola, che lo ingaggiarono convinti di farne un grande centravanti. Fu il tecnico della squadra Allievi, Giorgio Rustignoli, a spostarlo dapprima sulla fascia sinistra, poi in difesa. Dopo la trafila nelle giovanili, Andrea debuttò in prima squadra, in Serie B, il 22 ottobre dell' 89, a Pescara, fortemente voluto da Giampiero Vitali. A fine stagione aveva collezionato sedici presenze nella serie cadetta, oltre a un diploma di ragioniere che il ragazzo aveva inseguito perchè, amava raccontare, "i miei genitori, che non mi hanno mai ostacolato nelle scelte, quando partii per Como mi chiesero semplicemente di non trascurare gli studi. Promisi e, naturalmente, mantenni".Nel 90-91 Andrea è già una colonna del Como di Bersellini, protagonista del campionato di C1 che manca la promozione agli spareggi col Venezia. Boninsegna lo chiama nell'Under 21, la Serie A si accorge di lui. Sembra a un passo dall'Atalanta, ma alla fine il Genoa batte la concorrenza e si assicura il suo talento. Un anno di parcheggio al Pisa, in Serie B, e il ritorno alla grande al Genoa da titolare. Terzino sinistro di classe e rapidità , è immediatamente tra i migliori del ruolo. Si comincia a parlare di Juventus, ne parla anche Andrea e la faccenda rischia anche di costargli una multa. Il fatto è che lui è sincero, non sa nascondersi: "Arriva un giornalista e mi domanda se mi piacerebbe giocare nella Juve. E io cosa dovrei rispondergli, che mi fa schifo? Figuriamoci, io da ragazzino per i colori bianconeri stravedevo, e anche se sono diventato un calciatore professionista certi amori ti restano nel cuore". Alla fine, comunque, la Juve arriva veramente. Mette sul tavolo del presidente Spinelli dodici miliardi e si assicura quello che per tutti è destinato a diventare il miglior terzino sinistro italiano. La sua carriera in bianconero inizia alla grande: precampionato ad altissimo livello, debutto in Nazionale a Tallinn, il 22 settembre contro l' Estonia. E' una corsa apparentemente inarrestabile.Invece un problema apparentemente misterioso inchioda un motore abituato a viaggiare a pieno regime. Siccome a rallentare, fin quasi a fermarsi, era un ragazzo di neppure ventitrè anni, e dal momento che spesso il popolo del calcio vive e consuma con fretta e impazienza le sue passioni, ci volle poco a trovare una spiegazione a quell'improvvisa mancanza di energie, a quell'inspiegabile perdita di riflessi e di concentrazione. Il ragazzo, si pensò e in qualche caso si disse, si è seduto. E' arrivato alla Juventus, alla grande squadra, e ha perso la misura. Così, le ultime partite, le ultime faticose esibizioni di Andrea furono accolte da fischi, da cori di scherno. E accadde anche di peggio, quando un giorno, alla fine di un allenamento, uno di quei tifosi intransigenti arrivò a mollargli un ceffone, tanto per ricordargli la sua condizione di privilegiato, per fargli ritrovare la strada smarrita del sacrificio. Fosse finito lì, il calvario di questo sfortunato ragazzo del Sud. Invece era soltanto l'inizio. Quel vuoto dentro, purtroppo, trovò presto una spiegazione, così come quella febbriciattola persistente che si insinuava nel suo organismo provocandogli un continuo senso di spossatezza. Il 20 maggio del 1994 Andrea Fortunato, che era stato accolto alla Juventus come il nuovo talento, fu ricoverato in isolamento presso la Divisione Universitaria di Ematologia delle Molinette con una cruda diagnosi Leucemia Linfoplastica Acuta.Inizia il calvario dei ricoveri prima all'ospedale delle Molinette poi a Perugia, dove grazie alla donazione della sorella Paola subisce un primo trapianto di midollo. Esito negativo. Riesce perfettamente, invece, il secondo trapianto, avvenuto dopo la donazione del padre Giuseppe. Il fisico di Andrea accenna un recupero che fa sperare: il ragazzo esce dall'ospedale, ritrova addirittura i compagni e si unisce al gruppo durante la trasferta a Genova, in occasione di Sampdoria-Juventus giocata il 26 febbraio del 1995. Quando tutti cominciano a pensare che stia vincendo la sua battaglia, arriva una maledetta influenza a spezzare il filo della speranza. Il 25 aprile del 1995, alle otto di sera nell'ospedale di Perugia, Andrea ci lascia.Andrea aveva tutte le qualità per riuscire, e diventare il successore di Cabrini, velocità, buona tecnica, faccia tosta e tanto coraggio.Soprattutto il coraggio che sul campo, purtroppo, ha potuto mostrare per poco tempo. Né ha dato invece grande ed esemplare dimostrazione quando gli è stato detto che stava male, molto male, e nel corso di una lunga e spietata agonia. Tutto ciò si capisce molto bene da una lettera che il dottor Riccardo Agricola ha scritto su HURRA JUVENTUS alla memoria di Andrea subito dopo che il tragico destino si era compiuto:"Caro Andrea, non ti nascondo che quando ci hai lasciato, pochi giorni fa, mi hai fatto molto arrabbiare. "E perché mai?" potresti chiedere. Pensaci Andrea: intanto hai provocato involontariamente in tutti noi un grande dolore, e poi ci hai privato del tuo quotidiano esempio di coraggio nell'affrontare un avversario che, credimi, si è rivelato insuperabile. Un coraggio sicuramente superiore al mio che pure, se non affettivamente, non ero parte in causa. Vuoi degli esempi? Ti ricordi quando il professor Pilleri ti comunicò, quel maledetto giorno, con tatto ma senza parafrasi che avevi la Leucemia? Ebbene, fui io ad abbassare gli occhi, mentre un brivido mi correva nel corpo. Tu invece rispondesti senza esitazioni: "Quando si cominciano le terapie?" E ti ricordi quando ad agosto, ti venni a trovare nel reparto del caro Franco Aversa? Stavi molto male. Ed io timidamente ti chiesi come ti sentivi. Tu, per incoraggiare me, mi dicesti con un sorriso che proprio bene non stavi, ma che presto sarebbe stato diverso. E poi da quel giorno, altri giorni di speranza, poi di delusione, di speranza ancora ma tutti affrontati con il grande desiderio di vivere. Addio Andrea, con rabbia, perché se tutti dobbiamo morire, non è comunque giusto morire così.Tuo Riccardo".Noi dello Juventus Club Ruvo di Puglia non lo abbiamo conosciuto, ma abbiamo deciso di dedicare il nostro CLUB ad Andrea, un ragazzo CORAGGIOSO che ha lottato contro un male tutt'oggi incurabile che gli ha stroncato la vita e la carriera calcistica a soli 24 anni.Non conoscendo Andrea di persona vogliamo ricordarlo per quel che era solito dire : - "Dopo un avventura del genere cambia tutto. Ti costruisci una scala di valori nuova. Da noi mancano gli spazi, c'è gente in coda da mesi per un trapianto. Bisogna donare il midollo senza paura, perché questo salva la vita ad altri e dà senso alla vita. La Leucemia mi ha insegnato a non fare progetti a lunga scadenza e neppure media. Non per paura, per realismo. Vivere alla giornata non è una sconfitta, semmai un modo per apprezzare davvero la vita in ogni attimo, in ogni minima sfumatura. E' quello che farò".- "NON IMMAGINAVO QUANTO PUO' ESSERE MERAVIGLIOSA UNA SEMPLICE PASSEGGIATA".Si dice che colui che muore giovane sia più caro agli dei. Forse è così. Ora Andrea sta veramente correndo felice da qualche parte dietro un pallone... A chi lo ha amato resta il suo ricordo... Per noi è sempre vivo e gli siamo tanto grati per gli insegnamenti che ci ha lasciato, possano essere per noi guida in opere di volontariato verso gente bisognosa, che ha, dal suo canto, la sola colpa di non poter………….correre come noi.GRAZIE e ARRIVEDERCI Andrea.
AIUTIAMO A COMBATTERE LA LEUCEMIA...

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