giovedì 22 gennaio 2009

calcio mercato:"Coppa Italia Avanti Inter e Sapdoria"

posted on 11:54 by Ale77Ud



Adriano e Ibrahimovic eliminano la Roma. Mourinho sorride: «Ha ritrovato la sua Inter»



Un gol di Ibrahimovic viziato dal fuorigioco di Samuel ha cambiato il destino della partita, della Coppa Italia e magari pure di Mourinho perchè, dopo l’avvilente sconfitta di Bergamo, un altro passo falso ne avrebbe sminuito la credibilità: uscire dalla competizione nella quale l’Inter emergeva pure negli anni delle vacche magre e degli scudetti visti da lontano non sarebbe stato il massimo. Il passaggio alla semifinale, e contro la Sampdoria, aiuta invece i nerazzurri e il loro tecnico a mantenersi più sereni mentre la Roma, vincitrice delle ultime due edizioni, avrà adesso più energie per continuare la rincorsa alla zona Champions League.

E’ stata partita vera, consistente, ricca di episodi e di rabbie, compreso il litigio finale tra Ibrahimovic e Mexes che per tutto il match si erano beccati come galletti. La Roma non vinceva a San Siro contro l’Inter in Coppa Italia dal 1937 e pure questa volta il suo match si è avviato in salita, tra la protesta dei giallorossi per il gol annullato a Vucinic, che spingeva la palla in porta con la mano ma dopo un intervento di Burdisso da sospetto rigore, e la rete di Adriano. Azione e controazione.

Tutto in un minuto, il 10’. Le epurazioni segnavano i nerazzurri in difesa. C’era Burdisso e non Cordoba, c’era il diciottenne Davide Santon e non Maxwell (o Chivu) a spingere sulla sinistra. Il ragazzino è una rarità: un italiano e perdipiù giovanissimo è qualcosa cui l’Inter ci aveva disabituati. Con un paio di coraggiose scarpe verdi, Santon ha portato una visione ancora poco schematica del calcio, molto spigliato nell’attaccare, meno attento nel difendere sull’avversario che gli scivolava alle spalle tanto che se la Roma avesse messo dalla sua parte un uomo più sveglio di Taddei, che fino al gol ne azzeccava poche, ne avrebbe cavato un buon sugo.

Non era la sola pecca dei giallorossi. Sul gol di Adriano la difesa era comica, con Riise e l’irriconoscibile Juan che si scontravano sull’avvio dell’azione, Cicinho che scivolava in mezzo all’area e Mexes che per non rischiare il rigore scansava l’avversario: come davanti a un vero Imperatore, tutti si facevano rispettosamente da parte. Adriano comunque era stato bravo a insistere e sicuro nel battere in porta. Nel momento contraddittorio dell’Inter lui ha cominciato a funzionare, ha segnato al Genoa in Coppa, si è ripetuto ieri, è piaciuto a Moratti nel 3-0 di Bergamo. L’Inter costruiva altre palle gol. Ibra al 24’ non scavalcava Arthur con un pallonetto per lui irrisorio: a Roma in campionato aveva punito Doni con un’azione in fotocopia. Stankovic poco prima aveva centrato la traversa e Mourinho poteva rammaricarsi che la partita non fosse già chiusa. Spalletti invece smoccolava per la parata di Toldo che toglieva di porta il tiro di Brighi, un po’ flebile però angolato e dal dischetto del rigore. La Roma non cedeva allo svantaggio. Era soltanto frenata negli uomini importanti perché nè Vucinic nè Baptista si proponevano al gol e questo benché l’Inter soffrisse dalla parte di Maicon e di Burdisso.

Cambiasso era un difensore aggiunto. Nella ripresa l’urto giallorosso era più insistente. Taddei al 5’ bucava la deviazione da tre passi, allarme per quanto sarebbe successo 10’ dopo: incursione di Brighi, Cambiasso ne era saltato e su un rimpallo di Samuel la palla finiva a Taddei per la conclusione imparabile sotto la traversa. E’ lì che la Roma si faceva sorprendere. Non reggeva il pareggio neppure per un minuto: la punizione calciata da Cambiasso coglieva Samuel, in fuorigioco oltre i difensori romanisti. Arthur ribatteva il colpo di testa dell’argentino ma non poteva fermare la replica di Ibra. Il resto era nel tentativo disperato della Roma, pericolosa ma non abbastanza sicura sotto porta.

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